QUADRO GENERALE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELLA EUROPA ATTUALE
Sia nel più remoto passato come nei tempi recenti, l'Europa è stata teatro di continui movimenti migratori. Negli ultimi due secoli, oltre agli imponenti flussi migratori provenienti prevalentemente dall'Europa meridionale e diretti oltremare, ingenti sono state anche le migrazioni interne al continente. Queste ultime hanno interessato in modo particolare paesi come il Portogallo, la Spagna, l'Italia e la Grecia e le mete preferite dei migranti sono state per lungo tempo la Germania e la Francia. Sin dall'indomani della seconda guerra mondiale, però, si sono cominciati a verificare dei flussi di ritorno degli immigrati europei dai suddetti paesi verso le rispettive nazioni di origine. Nel solo primo decennio del dopoguerra (anni '50-'60 circa), le presenze in Francia e Germania di lavoratori europei immigrati scendevano da 2.700.000 unità all'inizio del periodo fino a 2.300.000 al termine di esso. Questa tendenza ad un costante riflusso verso le zone di origine si è accentuata negli ultimi decenni. Ma mentre le migrazioni interne all'Europa diminuivano, nello stesso continente diveniva sempre più cospicuo l'afflusso migratorio extraeuropeo, proprio a partire dalla fine del secondo conflitto mondiale. Questo nuovo fenomeno ha trovato assolutamente impreparate amministrazioni, istituzioni e servizi dei paesi "accoglienti". Ma vediamo di riportare ora qualche dato indicativo. Nella Europa occidentale risiedono attualmente circa 15.000.000 di immigrati, 10.000.000 dei quali provengono dai paesi in via di sviluppo. A questa cifra si debbono aggiungere gli 8.000.000 di immigrati clandestini di cui una buona percentuale si concentra proprio in quei paesi dell'Europa meridionale che, come l'Italia, possiedono un eccezionale sviluppo costiero (per l'Italia si tratta addirittura di 40.000 km. di coste) e che si trovano in situazione di maggiore impreparazione rispetto all'accoglienza, proprio perché si tratta di paesi da cui i flussi migratori recenti sono finora partiti e mai arrivati e manca qualsiasi dimestichezza con un fenomeno così imponente e, come vedremo, destinato, nei prossimi decenni, piuttosto ad aumentare ed a complicarsi che a diminuire. L'intensità di questi movimenti, l'impreparazione dei governi a pianificarli e ad accoglierli adeguatamente, hanno determinato la successiva convocazione di vertici internazionali europei sull'argomento. Il 30 ottobre 1991 si è aperta a Berlino la Conferenza dei ministri degli interni della giustizia di 28 paesi europei sul fenomeno migratorio e sui problemi relativi alla regolazione ed all'accoglienza dei flussi. Nello stesso anno, al vertice europeo del Lussemburgo, venne sottolineato che la comunità degli immigrati nel continente raggiungeva ormai i 10.000.000 di unità e veniva perciò a costituire, in un certo senso, il tredicesimo paese membro della Unione Europea (U.E.). Nel giugno del 1993 ha avuto luogo una nuova riunione dei ministri degli interni e giustizia dei paesi membri della Comunità, in seguito al rogo di Solingen (in cui morirono cinque donne turche). Il fenomeno migratorio, in Europa, si configura attualmente, secondo i dati ufficiali, nel modo che segue.
PAESE STRANIERI NATIVI Belgio 9% 91% Germania 8% 92% Francia 6% 94% Regno Unito 3% 97% Italia 1,4% 98,6%