© I.T.I.S. " G. Marconi " -- Verona, Italy

Il tabù della morte

 

Da quando la concezione di morte é cambiata, e cioè una persona viene data per morta soltanto al termine dell’attività delle sue funzioni cerebrali, é cambiato anche l’approccio verso questa, ora infatti non é più considerata soltanto il vano termine di una vita ma la possibilità di farne proseguire un’altra. Purtroppo una morale antichissima, che ha sempre visto la morte come un tabù, si scontra inevitabilmente con la nuova concezione, é indispensabile quindi, affinché si diffonda una corretta cultura della donazione, scavalcare l’immenso ostacolo posto dall'attuale radicatissima cultura edonista e materialista.

A questo proposito calzano a perfezione le parole del Presidente dell’A.I.D.O. Vittorio Marzotto "bisogna che questo concetto diventi patrimonio comune: tutti devono sapere che esistono cadaveri che respirano artificialmente".

La morte é purtroppo un argomento estremamente difficile da trattare razionalmente, proprio perché una civiltà come la nostra, così propensa alla vita, la rifiuta in ogni suo aspetto.

Il pensiero del termine della vita é sempre distante dalla nostra mente, é un argomento di cui si parla con riluttanza, di cui si ha paura, forse a causa della mentalità chiusa e fortemente dogmatica che ha sempre condizionato la morale della massa costruendo attorno alla morte enormi vincoli alla vita stessa.

Prendere in considerazione l'eventualità di donare i propri organi o dei propri congiunti ci costringe ad assumere un atteggiamento più consapevole e realistico, anche se al solo pensiero della morte, credo che attualmente tutti tendiamo ad esorcizzarla in qualche modo, magari ricorrendo al tipico meccanismo della rimozione.

 Torna all'indice specifico.