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Come la scienza tratta

la morte

  

Alla fine degli anni ‘50 la medicina di emergenza ha compiuto numerosi passi avanti grazie all’evoluzione delle tecnologie, che hanno permesso il mantenimento in vita dell’organismo separatamente dal cervello, cioè la possibilità di sostituirsi, attraverso le macchine, alle funzioni vitali. Di particolare importanza è il sostituirsi alla respirazione la cui mancanza porta alla distruzione di tutte le cellule che compongono i tessuti.

Con l’utilizzo delle apposite apparecchiature è possibile mantenere in vita l’organismo indipendentemente dallo stato di "vita residua". Per evitare ambiguità, viene definito morte cerebrale lo stato in cui un individuo è considerato definitivamente deceduto sulla base di riscontri dell’elettroencefalogramma, addetto a rilevare l’attività elettrica dei neuroni (dalla legge n. 578 del 29 dicembre 1993).

Su queste premesse si è aperto un grande capitolo della ricerca medica: i trapianti d’organo.

Il cervello si presenta con una struttura estremamente complessa, sede del controllo di tutti gli organi e delle funzioni biologiche dell’individuo. Le cellule nervose che lo compongono, dette neuroni, sono molto delicate, svolgono infatti compiti altamente specializzati.

La loro vulnerabilità ne spiega la collocazione anatomica, avvolte come sono da membrane protettive e racchiuse da una robusta struttura ossea. La loro disposizione nella struttura effettiva del cervello è data anch’essa dalla stessa caratteristica. Possiamo dividere approssimativamente il cervello in tre parti.

 La CORTECCIA è uno strato di cellule che avvolge tutta la massa cerebrale, è sede di tutte le attitudini superiori dell’uomo, e quindi riceve segnali provenienti dai sensi e permette di controllare la muscolatura.

 I NUCLEI sono una parte del cervello situata al centro della massa e sovrintendono a ciò che sono i bisogni fondamentali dell’uomo, come la fame, la sete, il dolore e il piacere.

  Il TRONCO si trova alla base del cranio nel punto più protetto, essendo la sua funzione quella di controllare i riflessi fondamentali, i visceri, il respiro e la termoregolazione. Infatti pur essendo pensiero, intelligenza, memoria attività di elevatissimo livello hanno un’importanza inferiore ai bisogni fondamentali dell’uomo.

Se venisse danneggiata la corteccia, ad esempio a causa di mancanza di ossigeno, essendo i neuroni strettamente legati fra loro, si verificherebbe la perdita della coscienza e quindi il coma. Le lesioni, con l’arrivo di soccorsi in tempo utile, seppur gravissime non andrebbero a infierire sulle funzioni vitali e quindi il danno sarebbe definito reversibile.

Se invece il trauma interessasse le cellule del tronco e queste risultassero distrutte il danno sarebbe irreversibile e si verificherebbe la morte cerebrale.

 Ascolta il discorso riguardo l'elettroencefalogramma.

 Ascolta il discorso riguardo il coma.

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