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Note storiche sull’accertamento

della morte

 

Sin dall'antichità é stato un grande problema l'accertamento della morte, infatti i dubbi sono sempre stati moltissimi, solo adesso con la nuova tecnologia si é riusciti a capire il funzionamento degli organi umani compreso il cervello.

La trattazione dei corpi dei deceduti ha origine sin dall'epoca degli Egizi, che sistemavano i cadaveri in luoghi aperti appositamente costruiti per poterne disporre come campo di osservazione. Nel Medio Evo il rispetto verso i defunti era pressoché minimo, dato che la sepoltura avveniva soltanto dopo un sommario accertamento dalla morte.

In seguito, fino al '700, le tecniche per autenticare la veridicità del decesso erano ancora estremamente rudimentali: l'utilizzo dello specchio che, posto sulle cavità orali si appannava se vi era ancora attività respiratoria era a volte sostituto da un bicchiere, contenente del liquido, posto sul torace.

Nel secolo successivo venne introdotto l’ascolto del battito cardiaco, misura introdotta data l’esigenza di avere la certezza di poter operare un’autopsia su una persona sicuramente defunta.

Alle soglie del terzo millennio é stato finalmente introdotto un metodo più conforme alle odierne conoscenze per la certificazione della morte: l’elettroencefalogramma, strumento in grado di registrare l’attività elettrica delle cellule nervose cerebrali.

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