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Questione Morale
Su tale problema le posizione in merito sono diverse soprattutto in merito alle diverse religioni.
Una delle domande più frequenti nelle discussioni sulla donazione degli organi è: "La mia religione l’approva?".
E’ un quesito legittimo anche se nasce da un’ambiguità: la confusione che si può fare tra culto dei morti e culto dei cadaveri.
Tutte le grandi religioni attuali e del passato ricordano e tengono in grande considerazione i defunti in quanto, ipotizzando un’anima immortale, li sentono spiritualmente presenti, ancora "vivi" a prescindere dalla degradazione biologica del corpo.
Sul piano morale sono tutte favorevoli al prelievo degli organi in quanto lo considerano un atto di grande solidarietà umana e, di conseguenza, meritevole agli occhi della divinità.
Riportiamo di seguito, in sintesi, il punto di vista delle principali religioni sull’argomento:
AMISH: Approva se vi è una chiara indicazione che la salute del trapiantato sarà migliorata, ma è riluttante se il risultato è incerto.
BUDDISTA: La donazione è una questione di coscienza individuale.
CATTOLICA: I trapianti sono accettati dalla Chiesa cattolica e la donazione è incoraggiata in quanto atto di carità.
EBRAICA: Gli ebrei ritengono che è possibile donare un organo per salvare una vita, è obbligatorio farlo. Poiché ridonare la vista è considerato salvare la vita, è incluso anche il trapianto della cornea.
GRECO ORTODOSSA: Non pone obiezioni alle procedure che contribuiscono a migliorare lo stato di salute, ma la donazione dell’intero corpo per la sperimentazione o la ricerca non ne segue la tradizione.
INDUISTA: La donazione degli organi per il trapianto è considerata una decisione dell’individuo.
ISLAM: I maomettani approvano la donazione da parte di donatori che abbiano dato in anticipo il proprio consenso per iscritto e gli organi non devono essere conservati, bensì trapiantati immediatamente.
MORMONE: La donazione degli organi per i trapianti e` una questione personale.
PROTESTANTE: Incoraggia e sostiene la donazione degli organi.
QUACCHERA: La donazione degli organi per i trapianti e` una questione personale.
SCIENZA CRISTIANA: Non prende posizione, lascia la decisione all'individuo.
TESTIMONI DI GEOVA: La donazione e` questione di coscienza individuale fatto salvo che tutti gli organi e i tessuti devono essere completamente privi di sangue.
Sebbene vi siano differenze tra gli specifici punti di vista, e` chiaro che le principali religioni del mondo di fatto ammettono, permettono, incoraggiano il trapianto e la donazione degli organi.
Dal codice islamico di Etica Medica (1981) si può trovare la seguente affermazione:
" Se e` vero che i vivi possono donare un organo del proprio corpo, anche i morti, a maggior ragione, lo potranno fare; e non ci sarà nessun pericolo per il cadavere se gli vengono asportati i reni, il cuore, gli occhi o le arterie, che saranno utilizzati da una persona viva. Questo e` in realtà un grande gesto di carità e risponde perfettamente alla volontà di Dio.
Nella società formata dai fedeli, si dovrà poter disporre di numerose donazioni che rappresentano il frutto della fede e dell'amore di Dio e dei suoi sudditi. Le altre società non dovranno essere migliori di noi in questa nobile offerta".
Anche il Papa Giovanni Paolo II si e` occupato della questione riguardante la donazione degli organi e nel 1995 nell' Evangelium Vitae afferma:
" Al di la` dei fatti clamorosi c'è l'eroismo del quotidiano, fatto di piccoli o grandi gesti di condivisione che alimentano un'autentica cultura di vita. Tra questi merita particolare apprezzamento la donazione degli organi compiuta in forme eticamente accettabili, per offrire una possibilità di salute e perfino di vita a malati talvolta privi di speranza".
Ma la donazione degli organi supera qualsiasi barriera etica morale tanto e` vero che recentemente sul quotidiano "La Repubblica" del 13/10/97 viene riportato il caso di una bimba araba di tre anni cui e` stato trapiantato il cuore di un bimbo ebreo di nove anni morto in un incidente stradale, superando tutte le avversità causate dall'ostilità che regna tra le due popolazioni.