Più Natura nel nostro Futuro

Roma, 3 dicembre 1994. Guardando con evidente ammirazione attraverso le vetrate della Arancera dell’Orto Botanico, Bruce Sterling apre la sua conferenza romana di presentazione del suo ultimo libro di fantascienza “Isole nella rete”, con questo concetto: “E’ per me una fortuna essere qui a parlarvi immerso nella splendida realtà di questo luogo, in cui ogni protagonista dei miei romanzi amerebbe ritrovarsi. Fortunati voi, romani, che avete già qui con voi questa isola di futuro”. Vi chiederete che c’entra un Orto Botanico con i futuristici romanzi cyberpunk di Bruce Sterling. Si vede che non siete aggiornati. Per gli autori di best seller del genere, il CyberSpazio non è una fuga fine a se stessa, vacanzaiola da questo pianeta, ma una cosa più seria. E’ se mai un parcheggio in orbita, grazie alla tecnologia, per esplorare, riatterrare e ristabilire i rapporti del terzo tipo con il nostro pianeta Terra. E’ la riscoperta della Terra. Il futuro, quel futuro che forse avete in mente, infatti, è già passato. E’ passata l’illusione della grande migrazione tecnologica, che ci porterà gratis e miracolosamente verso altri mondi prossimi perfetti. Ormai anche la letteratura di fantascienza ci mette in guardia da questa illusione. E, lungi dall’occultare le nostre non proprio invisibili responsabilità dietro l’ombra di un Grande Fratello, i suoi esploratori sono di ritorno con un chiaro messaggio. Il nostro futuro sulla Terra non può prescindere da un miglior rapporto con nostra Sorella Natura. Più Natura, oltre che tecnologia, per la salvezza del nostro pianeta. Se no, niente Futuro.
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