Personaggi e interpreti : John Huston (Jack Hannaford), Rich Little (Otterlake), Oja Kodar (l'attrice), Norman Foster (Billy), Mercedes Mc Cambridge (Maggie), Peter Bogdanovich (Higgan), Cameron Mitchell (Matt), Tonio Sevard (Baron), Edmond O'Brien (Pat), Susan Strasberg (Juliet), Cathy Lucas (Mavis), Lilli Palmer, Beny Rubin, Greg Sterra, Robert Ramdon, Lily Tomlin.
Produzione : Iran-Francia, Saci (Teheran), Films de l'Astrophore (Parigi);
riprese : USA
(Los Angeles, Phoenix-Arizona) e Spagna.
"Quale vergogna, lo dico francamente, che uno dei più grandi talenti che il cinema abbia
mai avuto, fosse messo alla porta. Erano anni che nessun studio aveva offerto a Orson
Welles la possibilità di girare, ed è una perdita per il mondo. Io non l'avevo più visto da
mesi, ma posso affermare a tutti che nel nostro ultimo incontro, durante le riprese di The
Other Side of the Wind, il suo talento era in pieno rigoglio.
Egli aveva ottenuto i
finanziamenti per il film grazie a degli apporti esterni - principalmente iraniani - e vi
aveva aggiunto tutto quello che aveva sul suo conto in banca. Il film era per i suoi
quattro quinti terminato quando fu sequestrato dagli iraniani, e quella è stata forse
l'ultima possibilità di dimostrare il suo talento.
I miei rapporti con Orson erano all'opposto di quello che era la sua reputazione sul set.
Io lo trovavo sempre ricettivo, pieno di buona volontà, assolutamente non invidioso, e
realmente professionale. La sua capacità di tollerare quelli che erano molto meno dotati
di lui, e che avevano avuto molto più successo, mi sorprende sempre. Io davanti a lui mi
tolgo il cappello, ed è normale. Mi ricordo che egli mi descrisse un giorno come un
principe del Rinascimento. Orson era un re".
(John Huston, 1985)
"Chiunque abbia visto i frammenti disponibili di The Other Side of the Wind non può
non porsi una domanda: come è possibile che Welles non solo non abbia più potuto
contare dai tempi di Citizen Kane dell'appoggio di Hollywood, ma nemmeno su quella
cerchia ideale di illuminati registi americani (da Spielberg a Coppola a Lucas a Scorsese)
che hanno aiutato negli ultimi anni Kurosawa, hanno promosso importanti campagne di
restauro di classici, rivalutato Powell e Pressburger?
Solo un gigantesco senso di colpa
verso il padre incontestabile della modernità del cinema o l'insopprimibile maledizione
della caduta da Hollywood possono giustificare una simile rimozione, una tale insensata
indifferenza. Possibile che nessuno, ma proprio nessuno abbia mai speso il proprio potere
o i propri soldi per permettere a questo film di venire alla luce?
L'uso del montaggio (il
film pare sia stato montato su undici moviole disposte a semicerchio) è impressionante,
una sorta di moltiplicazione impazzita del classico decoupage hollywoodiano che lavora
sugli infiniti raccordi sull'asse per volatizzarsi e rendersi imprendibile allo sguardo, ma
giocato su una partitura così virtuosistica e vertiginosa di stacchi, da non potersi
veramente paragonare a null'altro di simile.
Basterebbe la pulsione avvolgente del ritmo
nella sequenza dello stupro in macchina, con i tergicristalli che scandiscono come
metronomi l'interminabile e oscura violenza, l'accellerazione e la compressione interna
delle inquadrature nella sequenza, per fare giustizia di tutti i maestri contemporanei che
'sanno girare', che hanno 'il cinema nel sangue', che 'pensano per immagini'. Uno tra i
pochi che poteva fare veramente qualcosa per il cinema, è stato non solo emarginato da
Hollywood ma anche dalla cultura e dalla classe dirigente del cinema".
(Mario Sesti, 1990)
"Abbiamo girato la famosa scena dello stupro nell'auto nel giardino di una villa di alcuni
nostri amici, a Parigi. Avevamo una vecchia Wolkswagen e tutta la troupe gettava secchi
d'acqua sull'auto. Ci siamo divertiti moltissimo".
(Oja Kodar )