Apollini dicatum

dedicato ad Apollo

di Francesco Franci

     
  GIORGIO ARMANI RETROSPETTIVA
  ALLESTIMENTO DI ROBERT WILSON

Si comincia con la frase di chiusura:
un evento assolutamente da non perdere.
C'è tempo fino al primo agosto.

Impressions - impressioni
immersione in un buio lucente spazio parallelo.
Le terme sono una location per la mostra o la mostra è una location per il Museo delle terme?
Nel fluire de tempo.

Uno spazio intenso in cui l'essere si confronta con la non-percezione del tempo, il "sein und zeit " di Heidegger.

Si riesce a passare attraverso gli abiti, stupendi, attraverso il loro fascino, come attraverso una nuvola colorata.
Gli abiti sui manichini sono silenziose figure trasparenti, animulae, nell'antico spazio che scorre immutato, nel tempo.
L'antiquarium. A sinistra in una nicchia la statua di Diana.

Un segno, o il particolare di un celato "disegno"?

Un gesto, muto.
Viene alla mente un famoso Frammento di Eraclito detto l'oscuro[A1]:"Il signore cui appartiene l'oracolo che sta a Delfi, non dice né nasconde, ma accenna".


In questo spazio lucentemente oscuro percepiamo dei segni,silenziosi suggerimenti per l'anima, sottili, affascinanti segni, gesti di moda, d'arte, di teatro, d'architettura.
Su questa strada oscuramente oracolare, ci conforta Ludwig Wittgenstein:
"Il mio ideale è una certa freddezza,
Un tempio che faccia da sfondo senza interloquire.
Ricordati dell'impressione che suscita la buona architettura, che è quella di esprimere un pensiero.
Si vorrebbe accompagnarla con un gesto. L'architettura è un gesto.
Non tutti i movimenti funzionali del corpo sono un gesto, tanto poco quanto ogni edificio funzionale è architettura."



A quale dio appartiene l'oracolo di Delfi? A quale dio è dedicato il tempio muto che fa da silente sfondo nell'ultima sala della mostra diArmani-Wilson?
Forse ad Apollo, il dio delle Muse, del bello, del fascino, a cui si abbevera l'anima?
O forse a Dioniso, perturbante, inebriante con le danze delle sue Menadi?
Il dubbio è legittimo, perche si può essere turbatidalla presenza apparentemente muta di tutti quegli abiti stupendi.
E' la cosiddetta "sindrome di Stendhal" che colpiva i romantici viaggiatori in Italia. Nelle sale degli Uffizi a Firenze. Tutta quella bellezza, tutt'insieme, non ce la faceva ad essere "assorbita" dall'anima inquieta di quei visitatori, ai quali girava la testa e si sentivano svenire, come in una danza dionisiaca.
Allora Dioniso o Apollo?
Nietzsche ci propone una sorta di soluzione ne "La nascita della tragedia":
Apollo! E così sarà anche per noi.

Apollini dicatum, dedicato ad Apollo.


Solo dei segni, accenni,

Il minimo dell'essenzialità.
E' la chiave genialmente artistica di Giorgio Armani, che lo ha reso famoso nel mondo.
Ma nella mostra tutte quelle presenze minimaliste costituiscono il "pieno" architettonico nel "vuoto" spazio delle Thermae.


IL minimalismo. Che riempie prepotentente la scena. Nella regia e allestimento di Bob Wilson, nella ripetitiva stupenda musica di Phil Glass, nella danza astratta di Lucinda Child. E' quello che ci ha affascinati ne "A letter for Queen Victoria ", visto al Festival di Spoleto nel giugno 74.
Da allora siamo tutti rimasti coinvolti dal minimalismo esplodente di Bob Wilson, che in tutte le sue cose, che si è riusciti a vedere, ha confermato la sapiente architettura dello spazio, nel tempo.

"Sein und zeit".

Non poteva che essere così nell'allestimento della Retrospettiva di Giorgio Armani. E noi non potevamo evitare, ancora una volta, di buttarcisi dentro.

Dentro la volta delle thermae, nel profondo del fascino e del nostro essere affascinati, verso il profondo dell'anima.
Ancora Eraclito, Frammento [14A55] : "I confini dell'anima nel tuo andare, non potrai scoprirli, neppure se percorrerai tutte le strade; così profonda è l'espressione che le appartiene".

Questo leggero camminare negli spazi della mostra, attraverso le impressioni suscitate dagli stupendi abiti, fà della nostra percezione estetica , un atto del "fare anima", così come James Hillman saggiamente ci suggerisce nella sua mito psicoanalisi.
Attraverso i percorsi dell'antico spazio, delimitato nell'architettura di Bob Wilson di volta in volta da una parete di luce, o da una trasparente parete di fili di ferro, come telaio di una trama invisibile.
Eraclito Frammento [A20]: "La trama nascosta è più forte di quella manifesta".
In questo spazio incantato e incantante, abitano il contrasto non divergente del bianco e nero Armani, i colori soffici di stoffe preziose, forse arrivate dall'Oriente.
Tra i quali emergono a tratti, forti segni silenti, come il serto di alloro argenteo di un abito del 1993 -come un dipinto preraffaellita. Come le presenze, inquietanti nel loro fascino, di nere donne velate; "personae", personaggi.


Oppure è lo spazio che muta, si transfigura: algido, fatto come di metallo traslucido.
Luce e bianco per l'antico tempio, o per geometriche nicchie che sfuggono in alto.
Al centro altre "personae": una donna vestita di metallo, micropaillettes e luce riflessa, un'altra vestita di grana bianca e nera, come fosse di granito.

Lo spazio è in mutamento continuo (panta rei), come là dove un impercettibilmente instabile pavimento sensibile al passo dei visitatori, fa muovere percettibilmente i manichini, vaghe animulae instabili.

A volte, e sicuramente alla fine del percorso, si esce all'esterno, tra le bionde rovine delle thermae. E si portano via le impressioni che sono diventate "anima".




In conclusione?
Un ormai raro omaggio ad Apollo, assolutamente da non perdere.

 

Mini Bibliografia su autori e testi citati
Giorgio Colli - La Sapienza Greca - Eraclito , ed. Adelphi
Fiedrich Nietzsche, La Nascita della tragedia, ed. Laterza
Ludwig wittgenstein, Ricerche filosofiche, ed. Einaudi

Vrtti Opera - Il giorno e la notte di Ludwig W - Roma - Teatro SpazioUno -1980
James Hillman - Il codice dell'anima, ed. Adelphi
Francesco Franci e Claudio Scorretti, Snobbati dallo snob - Il dramma - Luglio 1974
Francesco Franci, I frammenti dello specchio, Eraclito nostro contemporaneo, (di prossima pubblicazione)
Martin Heidegger - Essere e tempo


 

   

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